Da quando ha “appeso le scarpette al chiodo”, Marco Biagianti, una lunga carriera da calciatore alle spalle, ha trovato nel padel, che pratica dal 2017, un nuovo grande amore.
Lo incontriamo pochi giorni prima dell’avvio del Sicilia Padel Tour 2024, di cui è testimonial. Ci racconta di una passione esplosa quasi per caso e cresciuta estate dopo estate, mentre militava nelle file del Calcio Catania. Con la squadra rossazzurra, di cui è stato capitano, Biagianti, oggi allenatore dell’Under 19 del Catania FC, ha disputato anche diverse stagioni nella massima serie, portando sempre in campo quei valori di lealtà e fair play che hanno spinto l’organizzazione della manifestazione a scegliere la sua immagine per accompagnare la seconda edizione della kermesse.
• Marco, da qualche anno ti sei lanciato nel padel. Come hai cominciato?
«Ho iniziato con Andrea Calì, all’epoca fisioterapista del Catania. Mi ha proposto di giocare, ho provato e non ho più smesso. Inizialmente giocavo solo d’estate perché, essendo ancora calciatore, durante il campionato non volevo rischiare infortuni. Aspettavo che finisse la stagione per prendere in mano la racchetta. Organizzavamo sfide molto divertenti, calciatori contro società.
• Per esempio?
«In quel periodo facevamo coppia io e Saro Bucolo, mio ex compagno di squadra, contro Andrea ed Emanuele Passanisi, il team manager. Quante risate!»
• Non sei l’unico ex del Catania ad aver scoperto questa passione, dopo aver smesso di giocare…
«La passione è cresciuta anno dopo anno. Sono arrivato ad allenarmi tre volte alla settimana. Eravamo un bel gruppo. Con me c’era anche Nicolas Spolli. Non vi dico quanto ci siamo divertiti. Facevamo coppia. Lui stava a sinistra, essendo alto e avendo poca corsa. Io stavo a destra e correvo per lui».
• Adesso, per te, non è più solo un passatempo…
«Da bravo ex calciatore, amo le competizioni. L’adrenalina che ti danno le gare è qualcosa a cui non riesco a rinunciare. Ora con il Leo Padel sto facendo la Serie D».
• Perché tanti ex calciatori scelgono questo sport, secondo te?
«Lo considero per certi versi simile al calcio. Tattica, occupazione spazi… Devi essere sempre concentrato. Come detto, ti dà tanta adrenalina. Noi calciatori viviamo di adrenalina e competitività. Io nel padel ho ritrovato tutto questo».
• Tanta gente ha scoperto il padel negli ultimi anni. Perché lo consiglieresti a chi ancora non lo conosce?
«Perché è uno sport davvero per tutti. È divertente, ti muovi, stai all’aria aperta, sei insieme ai tuoi amici. Ti permette di socializzare. Per ovvie ragioni, durante la pandemia, è notevolmente cresciuto. Era uno dei pochi sport che si potevano praticare in quel momento, così in tanti si sono accostati per la prima volta in quel periodo e non hanno più smesso».
• Qual è la marcia in più del Sicilia Padel Tour?
«Sicuramente il fatto di coinvolgere le nove province della Sicilia in un grande circuito regionale. I siciliani amano questo tipo di sfide. C’è tanto campanilismo. Come nel calcio, del resto. La finale della prima edizione della manifestazione l’hanno disputata Catania e Palermo. Un derby in piena regola, che ha coinvolto i presenti in un tifo avvincente. È quello che amo vedere. Per questo ho scelto di diventarne testimonial».
• L’ex capitano della Roma, Francesco Totti, è stato uno dei principali testimonial della crescita di questo sport. In tanti l’hanno conosciuto anche grazie a lui. Tempo fa agli Internazionali di tennis ha sfidato a padel Jannik Sinner, miglior tennista italiano di sempre. Tu chi vorresti sfidare?
«Magari proprio Totti! Da calciatori ci siamo sfidati diverse volte sul rettangolo verde. L’anno scorso abbiamo anche giocato insieme in occasione di Operazione Nostalgia. Lui, in quel periodo, si allenava per un torneo e faceva su e giù. Era con Vincent Candela e David Pizarro. Gli ho detto che l’avrei sfidato presto. Immagino un Catania-Roma di padel, io e Spolli contro Totti e uno tra Candela e Pizarro…»
© Riproduzione riservata